Una crescita autosostenuta alimentata dalla crescita dei consumi domestici e dall’innovazione
La crescita economica dell’Asia si è evoluta, passando dalla dipendenza verso le esportazioni a una crescita trainata dai consumi interni e dall’innovazione. La grande quota di popolazione giovane in questi Paesi, insieme alla rapida espansione della popolazione appartenente alla classe media, continuerà ad essere un potente traino della crescita dei consumi, della creazione di ricchezza e dell’innovazione. L’Asia vanta la classe media con la crescita più rapida al mondo e ospiterà più della metà della classe media a livello globale entro il prossimo anno.1 Inoltre, circa il 60% della popolazione giovane del mondo (di età compresa tra i 15 e i 24 anni, secondo la definizione delle Nazioni Unite, ONU) vive in Asia e oltre il 50% nelle sole India e Cina.5 La Cina ha una classe medio-alta che continua ad espandersi rapidamente ed è destinata a rappresentare il 59% della popolazione entro il 20206, e al contempo vanta anche la maggiore popolazione di Millennials nel mondo, pari a 415 milioni. Il 65% dei 1,2 miliardi di popolazione indiana ha un’età minore di 35 anni e il 54% è in età lavorativa. La spinta verso l’innovazione domestica inoltre sta portando le economie asiatiche verso una crescita più stabile ed autosostenuta. Il continuo progresso e innovazione sono a nostro avviso confermati da tre aspetti: in primo luogo, la Cina accoglie un impressionante numero di laureati, pari ad 8 milioni ogni anno, con un numero di lauree nelle specializzazioni avanzate in rapida crescita, particolarmente nelle discipline di scienze, tecnologia, ingegneria e matematica (Science, Technology, Engineering and Mathematics, STEM).7 In secondo luogo, il governo cinese si è concentrato sul sostegno alla rapida espansione delle sue infrastrutture e strutture; il distretto di Zhongguancun di Pechino è stato classificato come migliore hub tecnologico al mondo nel 2017, superando la Silicon Valley.8 In terzo luogo, la Cina ha registrato un significativo aumento della spesa in ricerca e sviluppo (R&S), superando Giappone ed Unione europea nella spesa in R&S totale.9 Un esempio di innovazione di successo è il sistema di pagamenti mobili sviluppato in Cina, India e nel resto dei mercati emergenti (ME) che hanno oltrepassato i mercati sviluppati (MS), visto il tradizionale orientamento delle banche locali verso il mercato societario e la quantità sottodimensionata dell’offerta retail. Rinvigorite da un’economia sempre più orientata al mercato domestico, le IPO (offerte pubbliche iniziali) sono aumentate in Asia, presentando interessanti opportunità di investimento. Il numero di azioni quotate in borsa è aumentato del 133% dal 2000 e le IPO in Asia hanno generato circa 6 volte il rendimento medio dell’MSCI EM index nel corso di 5 anni.10
Punto d’ingresso interessante per una potenziale ulteriore sovraperformance
Gli investitori sono strutturalmente sottoesposti alle azioni asiatiche rispetto alla loro quota di popolazione, PIL e capitalizzazione di mercato sul totale a livello globale. Nonostante la continua incertezza sulle tensioni commerciali tra la Cina e gli Stati Uniti, continuiamo a ritenere che le azioni asiatiche offrano un’interessante opportunità di investimento a lungo termine, vista l’espansione economica, la trasformazione in un’economia più autosostenuta, trainata dai consumi e dall’innovazione, il forte potenziale di crescita degli utili e le valutazioni su livelli interessanti. Le azioni asiatiche attualmente vengono scambiate con uno sconto del 16% rispetto alle azioni dei MS e con un 23,3% di sconto rispetto alle azioni statunitensi, offrendo al tempo stesso una maggiore crescita degli utili attesi, pari all’8,2% per i prossimi 12 mesi, rispetto al 6,8% delle azioni dei MS e al 6,9% delle azioni statunitensi.11Le azioni indiane e cinesi vantano dei tassi di crescita degli utili attesi ancora più elevati, pari rispettivamente al 18% e al 16% nel corso dei prossimi 12 mesi.12 Infine, le azioni asiatiche sono destinate a diventare una parte sempre maggiore degli indici azionari globali, con il peso della Cina nell’MSCI EM Index che è destinato ad aumentare, passando dall’attuale 30% circa al 42% circa, e con MSCI che prevede di espandere la quota delle azioni cinesi di Classe A nell’indice, portandola dall’attuale 0,8% a un potenziale 16,2%. Riteniamo che le azioni asiatiche stiano diventando troppo importanti per essere ignorate, visti i fondamentali della crescita e dell’economia, e siamo concentrati sulla ricerca di opportunità di investimento interessanti e diversificate non appartenenti a un benchmark, sfruttando la nostra presenza globale abbinata a una competenza locale.