La pandemia di COVID-19, proprio come la crisi finanziaria globale, è un catalizzatore del cambiamento. Se la crisi finanziaria globale ha creato una “nuova normalità”, l’epidemia di coronavirus ha segnato l’inizio di un periodo di rapidi cambiamenti. Benvenuti nella “Grande Accelerazione”.
L’effetto di accelerazione della pandemia è stato immediato in alcune aree: l’attività economica si è interrotta improvvisamente, la risposta della politica monetaria globale è stata rapida e i movimenti del mercato dovuti a questi eventi sono stati molto veloci. Ma la pandemia sta agendo come un fattore di accelerazione in molte dimensioni. Quasi ovunque rivolgiamo lo sguardo, dalla sanità al settore immobiliare, dalle relazioni tra Stati Uniti e Cina alla tecnologia, alla società e ancora agli investimenti socialmente responsabili, il coronavirus sta accelerando le tendenze esistenti e ne sta introducendo di nuove. A nostro avviso, gli investitori che cercano di generare rendimenti potrebbero dover essere altrettanto veloci.
Come gestori di patrimoni, la domanda più comune che riceviamo oggi è se il recupero dei mercati finanziari non sia stato eccessivo, troppo veloce, rispetto ai fondamentali. Dopotutto, l’economia statunitense è in recessione, la disoccupazione è vicina ai massimi storici e le imprese devono affrontare sfide mai viste prima e prospettive incerte. Sono problematiche serie, ma dal punto di vista degli investimenti, riteniamo che sia più importante concentrarsi sulle dinamiche a lungo termine della Grande Accelerazione.
Pensiamo che la dinamica più importante sia la dimensione e la velocità della risposta dei responsabili della politica monetaria e fiscale di tutto il mondo, che è stata nettamente diversa rispetto alle crisi precedenti. La Federal Reserve (Fed) statunitense, ad esempio, in soli tre mesi ha ampliato il suo bilancio di 3.000 miliardi di dollari, più dell’intero prodotto interno lordo del Regno Unito del 2019. Dopo la crisi finanziaria globale del 2008-2009, la Fed ha impiegato più di cinque anni per espanderlo di un importo analogo (Figura 1).