A febbraio di quest’anno abbiamo lanciato il Goldman Sachs Global Environmental Impact Equity Portfolio. Crediamo infatti che la lotta ai cambiamenti climatici abbia raggiunto un punto di svolta e influenzerà le politiche pubbliche e aziendali, e il comportamento dei consumatori nei prossimi decenni. I governi, il settore privato e i consumatori stanno infatti alzando la posta nell’ambito della transizione globale verso un futuro più sostenibile. Pertanto, le società attivamente coinvolte nella risoluzione di alcune delle sfide future possono essere ben posizionate anche per beneficiare di una dinamica strutturale positiva della domanda. Tra queste figurano, a nostro avviso, le aziende che operano nelle aree dell’energia pulita, dell’uso efficiente delle risorse, della produzione e dei consumi sostenibili, dell’economia circolare e dell’uso sostenibile delle risorse idriche, che costituiscono la base della nostra struttura di investimento tematico.
In questo contesto, guardiamo con favore a qualsiasi tentativo dei governi di integrare investimenti rispettosi dell’ambiente nelle loro proposte per la ripresa, non soltanto perché questa è la cosa giusta da fare, ma anche perché può avere un impatto economico sostanziale. In ogni caso, l’universo degli investimenti verdi non scomparirà. Abbiamo superato il punto di non ritorno, e le società esposte ai suddetti temi sono cresciute fino a diventare aziende solide con fondamentali robusti, che beneficiano di un quadro economico sempre più interessante. Gli investimenti nelle società quotate che trainano il cambiamento ambientale positivo sono stati considerati a lungo come un passatempo in un mercato rialzista benevolo. L’analisi del nostro universo di investimento proprietario costituito da circa 500 società esposte ai nostri principali temi ad impatto ambientale dimostra che questa visione è ormai superata (Figura 6).1
Da inizio anno ha sovraperformando di circa il 5,7% le azioni globali, rappresentate dall’indice MSCI All Country World Index (MSCI ACWI). Un’analisi più approfondita della performance mostra che, rispetto all’indice, il nostro universo è riuscito a mettere a segno una sovraperformance significativa durante la ripresa del mercato e si è mantenuto su livelli sostanzialmente invariati durante il sell-off iniziale. Un risultato notevole, se si considera che il nostro universo investibile, focalizzato per sua natura sull’impatto ambientale, è maggiormente orientato verso il settore industriale, i materiali e le utilities, aree del mercato che sono state particolarmente penalizzate durante la correzione e che sono state oggetto di una rivalutazione significativa. Inoltre, la nostra gamma di opportunità non è esposta ai titoli Big Tech2 e, di conseguenza, non ha beneficiato della solida performance di Amazon & Co. In effetti, escludendo le Big Tech dall’MSCI ACWI, la sovraperformance dei nostri temi balza rispettivamente a 930 bps da inizio anno, 140 bps nella fase di correzione e 830 bps durante il rimbalzo.
La scomposizione della performance a livello di temi di investimento mette in luce la migliore tenuta dei consumi e della produzione sostenibili durante la correzione, legata all’esposizione ai titoli difensivi nel settore alimentare e nutrizionale. Per contro, il tema dell’uso efficiente delle risorse è stato particolarmente penalizzato durante il ribasso, in quanto alcuni dei titoli industriali più ciclici hanno sottoperformato il mercato. La situazione è cambiata nel momento in cui i mercati hanno ripreso a guadagnare terreno, spingendo al rialzo i titoli industriali penalizzati dal ciclo e consentendo alle società più duramente colpite dall’ondata di vendite di riprendere fiato. Ciò dimostra come l’ampiezza dell’universo investibile possa aiutare a generare una sovraperformance più stabile in differenti contesti di mercato, e rafforzi la convinzione nel nostro approccio volto alla costruzione di un portafoglio bilanciato e diversificato.